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Catania è una delle città siciliane più famose per essere la più gay-friendly dell’isola. Durante il nostro tour scoprirai il passato, la storia della comunità gay della città.
Il fascismo perseguitò la comunità omosessuale. Nel 1939, 42 gay furono portati via dalle loro case ed esiliati. Un testimone ci racconta che una delle peggiori umiliazioni era, la perlustrazione dei genitali e dell’ano da parte della polizia per accusare la pederastia e solamente i ragazzi passivi. Questo perchè il fascismo non aveva paura dell’omosessualità in sé come espressione dell’amore tra persone dello stesso sesso. Ciò che era inaccettabile per il fascismo, una dittatura basata sul potere della forza maschile, era il cambio di genere, attivo e passivo.
Alla sala da ballo maschile St Anthony Square, gli omosessuali incontravano i loro amanti o clienti … sì, clienti, perché all’epoca la Sicilia era un paese estremamente diviso, tra ricchi proprietari terrieri e contadini molto poveri, artigiani, ecc … alcuni giovani per vivere lasciavano la fidanzata a casa e si recavano in questo luogo per prostituirsi. Tuttavia, durante l’irruzione nella sala da ballo nel 1939, la polizia militare indagò solamente su quelli che venivano definiti “illegali” e non su tutti gli altri (nobili e proprietari terrieri).
Pare che questa forte attenzione alla comunità gay (non era una vera e propria comunità, ma solo un numero di giovani affamati, analfabeti ed impoveriti da una carestia infinita) sia iniziata con un omicidio accaduto in una casa nel 1937: un giovane viene trovato morto e le indagini coinvolgono un certo numero di amici maschi soprannominati femmina “A Leonessa” (la leonessa), A “Placidina”, ecc.
Anche se Catania era piena di “Camicie nere”, gli omosessuali continuavano a passeggiare lungo la “Via Etnea” ed usavano un loro linguaggio di segni e sguardi, al fine di individuare i loro possibili clienti o amanti. Sapevano dove incontrarsi, in strade strette e vicoli, lontano dalla vista della gente.
Passeggia con la nostra guida gay nelle vie del centro storico della cittàe scopri le storie dei giovani uomini e donne LGBTQ perseguitati durante la seconda guerra mondiale. Prima tappa del tour, il Duomo e la Fontana dell’Elefante nel centro storico di Catania (patrimonio mondiale dell’UNESCO). Proseguite, fino al “Castello Ursino”, il punto d’incontro per “arrusi” (passivo) e “masculi” (attivo) per generazioni.
Attraversando i quartieri del centro storico, vedrete dove i gay fino al 1939 si incontravano, ovvero in una delle prime sale da ballo italiane per soli uomini: un elemento che distingue Catania dalle altre città italiane. La scena della sala da ballo fu devastata durante la perlustrazione fascista del 1939, in cui i gay furono deportati e assassinati. Durante quegli anni strazianti, le mura del monastero benedettino servivano come punti di incontro per battuage ed incontri, così come Piazza Roma e Villa Bellini.
Passeggerai nel “quartiere a luci rosse“: il distretto di San Berillo, dove la prostituzione era l’unico reddito possibile per molti uomini gay.
Il tour procede in Via Alessi, un punto d’ incontro per coppie gay, e poi verso l ‘”arvuru russu” (l’ “albero rosso“, in dialetto siciliano). Questo vecchio albero era il simbolo della più grande comunità gay in Italia negli anni ’30. Qui, molti uomini gay furono uccisi e 45 deportati dall’esercito fascista. Una lunga e profonda frattura nel tronco d’albero testimonia ancora quella tragedia.
In questi anni tutta la gay life della città è rinata in tutto il suo splendore: le associazioni – il comitato locale della più grande associazione LGBT italiana, Arcigay, è in città; pub, discoteche, feste e club gay animano la vita notturna e ogni persona LGBT è libera di esprimersi.
Per prenotazioni superiore alle 5 persone, scrivere a booking@quiiky.com o chiamare al +39 02 78622532 (dal lunedì al venerì, 9:00 to 18:00 ).
Catania
3 ore